Tempo di lettura: 4 minuti

Finalmente pubblicato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Abbiamo dovuto aspettare più di 4 anni per leggerlo, ma ora è realtà. Ricordiamo, infatti, che il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici 2023 è un documento aggiornato dalla prima versione del 2018.

Nonostante alcune lacune presenti possiamo leggere anche informazioni utili.

Analizziamole insieme!

1. Che cos’è il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici?
[ torna al menu ]

Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici è documento che fornisce indicazioni sulle pratiche per contrastare i cambiamenti climatici. O, quantomeno, per ridurne i rischi.

Qui puoi leggere l’intero testo del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.

Infatti, un Paese come il nostro che va spesso incontro a emergenze naturali, necessita di un piano della gestione del rischio affidabile e al passo con i tempi. Ricordiamo che l’Italia si trova nel cosiddetto hot spot mediterraneo, un’area ad alta vulnerabilità riguardo i cambiamenti climatici.

Per questo, è stato aggiornato il documento relativo al 2018 tenendo in considerazione:

  • il progresso dei tempi
  • l’insediamento di un nuovo Governo
  • i recenti disastri naturali
  • l’interesse più alto verso le energie rinnovabili
  • l’aggravarsi della crisi climatica

Al fine di giungere a considerazioni meritevoli, il MASE aveva già illustrato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici alle Regioni nel corso di due riunioni, tenute il 7 novembre e il 20 dicembre dello scorso anno.

2. Gli obiettivi del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici
[ torna al menu ]

Il Piano è stato redatto in sinergia con l’UE e con altre fonti internazionali. L’obiettivo è quello di fornire degli standard su attività e procedure per contrastare il cambiamento climatico anche ad altre aree del mondo.

Scopri cosa sta facendo Ecosisma.it per aiutare l’ambiente.

Riprendendo direttamente il testo del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, possiamo leggere che:

“L’obiettivo principale del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici è fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di

azioni finalizzate a ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, migliorare la capacità di adattamento dei sistemi naturali, sociali ed economici nonché trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche.”

Tali obiettivi verranno perseguitati con:

  • la creazione di infrastrutture per lo scambio di dati; studiare il percorso e gli indici sensibili sullo sviluppo sarà fondamentale per restituire analisi corrette nel tempo.
  • l’attuazione di strategie e piani di adattamento ai diversi livelli; questo significa che le pianificazioni saranno confacenti allo status delle diverse Regioni o Aree, secondo le loro possibilità.
  • l’integrazione di programmi settoriali (come il mainstreaming climatico) che possano contenere le vulnerabilità dei sistemi naturali, sociali ed economici agli impatti dei cambiamenti climatici.
  • il regolare monitoraggio e una valutazione dei progressi compiuti a livello nazionale, settoriale e territoriale, che si lega al primo punto.

3. Le parole del ministro Gilberto Pichetto Fratin
[ torna al menu ]

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in Italia è Gilberto Pichetto Fratin. Molto attento riguardo l’evoluzione delle energie rinnovabili nel mondo e nel coordinamento europeo, ha rilasciato importanti dichiarazioni sul Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.

Infatti, egli lo ha definito uno “strumento di programmazione essenziale contro il rischio idrogeologico”, ponendo l’accento sulle recenti tragedie che hanno colpito il nostro Paese. La frana di Ischia ha causato 11 morti (tra cui un bebè nato da 21 giorni), mentre altri 12 sono stati registrati nell’alluvione delle Marche di settembre 2022.

Il Ministro continua: “queste tragedie ci hanno ricordato di quanto sia assolutamente necessaria, in Italia, una corretta gestione del territorio e la realizzazione di quelle opere di adattamento per rendere le nostre città, le campagne e le zone montuose, le aree interne e quelle costiere più resilienti ai cambiamenti climatici”.

Purtroppo, come spesso accade nel nostro Paese, le attività più importanti vengono rimandate sempre dopo una tragedia. Il Ministro Pichetto parla di resilienza verso i cambiamenti climatici, mentre forse sarebbe più facile ed efficace prevedere progetti di prevenzione al fine di anticipare le catastrofi.

Speriamo che il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici possa fornire strategie valide a questo riguardo.

4. Luci, ma anche ombre
[ torna al menu ]

I buoni propositi del Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici sono assolutamente propedeutici allo stato attuale dell’ambiente terrestre.

E inoltre presentano spunti condivisibili ed efficienti.

Ma, purtroppo, nel documento sono stati riscontrati alcuni ordini di problemi che i cittadini più attenti non si sono lasciati sfuggire.

Possiamo ad esempio citare:

  • il rischio del VAS
  • la lenta burocrazia
  • mancanza di numeri

La VAS è la Valutazione Ambientale Strategica. Essa si applica ai piani che sono stati strutturati per apportare impatti sull’ambiente. La procedura verrà valutata da alcuni settori governativi, soprattutto dal Ministero della Transizione Ecologica e dal Ministero per i Beni e le attività culturali.

Nonostante la bontà del Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, e la probabile valutazione positiva dagli organi competenti, questa pratica sarà una tessera in più del mosaico che costringerà ad allungare i tempi prima dell’accettazione.

La lenta burocrazia coinvolge altri passaggi che dilungheranno le tempistiche di accettazione. Dopo che la VAS permetterà l’approvazione del progetto, si procederà poi all’insediamento dell’Osservatorio Nazionale che dovrà garantire le priorità e l’operatività per poi individuare i soggetti e interessati e le fonti di finanziamento. Tempo aggiuntivo che non consentirà di sveltire le pratiche.

Riguardo i numeri, alcuni lettori hanno notato mancanze sui dati attuali.

Il documento descrive perfettamente il cambiamento climatico, lo stato, i rischi, e le cause. Gran parte del testo è dedicato alla sensibilizzazione verso questa problematiche, indicando anche esempi pratici e il coinvolgimento di altri Stati nella lotta all’inquinamento e al decadimento ambientale.

Eppure, le cosiddette tabelle di azioni, non contengono indicazioni numeriche e specifiche riguardo rischi, tassi di inquinamento, o punti percentuali che descrivano nettamente i numeri. Vi sono diversi indici che raccontano gli intenti delle organizzazioni che prenderanno parte ai progetti, stime di risparmio energetico, e percentuali di come l’ambiente potrà giovare da queste iniziative.

Purtroppo, la mancanza di numeri reali desta preoccupazioni da parte dei cittadini. Quanto ci vorrà per porre, finalmente, le prime pietre sul contrasto al cambiamento climatico?

Noi e tutta la nostra comunità rimaniamo in attesa.

La certezza che il Governo stia applicando forti manovre per sposare le energie rinnovabili e migliorare lo stato delle infrastrutture a esse collegate rimane forte. E sicuramente il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici è un altro passo verso questi grandi obiettivi.

Condividi sui social questo articolo per diffondere gli aggiornamenti sulla sostenibilità ambientale.